I Giardini

Place - Gardens
A bird’s-eye view of the Mercedes and Sid R. Bass Garden

Panoramica

Le proprietà dell’American Academy in Rome comprendono quasi cinque ettari di giardini coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica che si trovano in cima al Gianicolo, in un’area di Roma che possiede una lunga tradizione di parchi destinati ad uso ricreativo. Già parte degli horti di Cesare e Geta, questa zona della città fu occupata nel XVI secolo da diversi casini suburbani al centro di vigne ben tenute e nel tardo XIX secolo da ville di dimensioni più ridotte e da giardini.

Il giardino che si trova attorno alla Villa Aurelia è il principale dell’Accademia insieme a quello, intitolato a Mercedes T. e Sid R. Bass, che si estende alle spalle dell’edificio McKim, Mead & White e che racchiude la Casa Rustica.

Nel 1986 il consiglio di amministrazione dell’Accademia lanciò una campagna di finanziamento per riportare i giardini al loro originario splendore. Nel 1990 l’Accademia ha avviato l’attuazione di un Master Plan per il paesaggio il cui sviluppo arriva fino ad oggi.

Da quando sono stati adottati i metodi di coltivazione biologica nel 1992, dodici diverse varietà di farfalle si sono stabilite nei terreni dell’Accademia, che rappresentano un habitat ideale anche per ricci, pettirossi, aironi, cinciarelle, picchi, lucertole e diverse specie di api.

Il Giardino Bass

Alle spalle dell’edificio McKim, Mead & White si trova il giardino intitolato a Mercedes T. e a Sid R. Bass. Lo scenario richiama il paesaggio sparito della campagna romana: infatti, il giardino si estende sul sito della secentesca Vigna Malvasia che circondava l’area dove oggi sorge la Casa Rustica. Le mura difensive del Gianicolo, erette tra il 1642 e il 1644 da papa Urbano VIII racchiudono il parco su due lati. La vegetazione semplice e l’atmosfera familiare contribuiscono a dare un senso di quiete rurale. Alberi da frutta, olivi e cipressi bordano i prati in lieve pendenza punteggiati da fiori di camomilla e di piante bulbose splendidamente adattate all’ambiente.

Nel giardino trovano spazio un oliveto e un frutteto con meli, albicocchi, peschi e susini; c’è un campo da bocce e molte panchine all’ombra degli alberi. Si trovano ancora pini, tigli, ciliegi, melograni e cachi. Il lato settentrionale del giardino è dedicato alla coltivazione di fiori e ortaggi ed è circondato da una siepe di alloro profumato.

Nella parte del giardino destinata a orto e alla coltivazione di fiori, una fila di aiuole rettangolari orlate da mattoni e riempite di erbe aromatiche, ortaggi e fiori ornamentali regalano colore e carattere per tutto l’anno. Fontane di tufo e un piccolo canale, che scorre come un ruscello accanto alle aiuole dell’orto rimandano ai sistemi tradizionali di irrigazione impiegati in campagna, ricordandoci anche i giardini di delizie di stile moresco.

Il sentiero principale, che collega l’edificio dell’Accademia alla Casa Rustica e al cancello posteriore, è fiancheggiato da alberi di ciliegio. Nel Giardino Bass, inoltre, si trovano due opere di Simon Verity: una fontanella di acqua potabile, la Fontana Quasimodo, situata nella zona occidentale del giardino e dedicata al più famoso e al più brutto dei gatti della comunità felina dell’Accademia, e una meridiana, che ricalca gli schizzi di Thomas Jefferson per l’orologio solare della sua tenuta a Monticello, presso Charlottesville. La meridiana è dedicata a Sid R. e a Mercedes T. Bass, e si trova nei pressi dell’oliveto dai cui frutti l’Accademia ricava un olio extra vergine.

I Giardini di Villa Aurelia

Villa Aurelia fa parte delle proprietà dell’American Academy in Rome sin dal 1909 ed è la sede di eventi culturali organizzati dall’Accademia, come concerti e conferenze. La Villa, recentemente restaurata, poggia proprio sulla sommità del Gianicolo, una delle colline più alte di Roma. La bellezza dei giardini, la vista mozzafiato del centro storico e la varietà degli spazi a disposizione fanno della Villa la sede ideale per eventi privati come ricevimenti, cene e riunioni d’affari.

I giardini originali, messi a coltura dai Farnese alla fine del Seicento, furono distrutti dall’artiglieria francese nel 1849.

Mappe ed incisioni antiche mostrano uno spazio formale diviso in aree geometriche da filari ordinati di alberi. Quest’aspetto si mantenne pressoché inalterato per secoli. I giardini sono descritti come di piccole dimensioni ma bene organizzati, con statue di stucco e di peperino, sentieri all’aria aperta e protetti da pergolati, e incantevoli fontane.

I giardini della Villa Aurelia, così come appaiono oggi, sono il risultato di quattro principali interventi di piantagione e costruzione: il primo iniziato da Mrs. Clara Jessup Heyland nel 1881, il secondo da Gorham Philip Stevens, direttore dell’Accademia dal 1917 al 1936, il terzo da Laurance Roberts, direttore dal 1946 al 1960.

La quarta fase è partita nel 1990 con l’avvio del master plan per il paesaggio, sotto la supervisione del comitato per il paesaggio dell’American Academy in Rome. Quando Mrs. Heyland acquistò il sito, restaurò il terreno circostante la villa, creando un tipico giardino vittoriano, mescolando elementi di diversa ispirazione: siepi di bosso e flora tropicale, sentieri tortuosi e chiome degli alberi geometricamente sagomate, giardini rocciosi e gazebo.

Piantò inoltre i tipici alberi delle ville italiane: i pini, i lecci e le magnolie che danno forma alla struttura principale del giardino attuale.

Nel 1909 Mrs. Heyland lasciò generosamente in eredità la Villa Aurelia all’Accademia. Da quel momento, l’assetto del giardino è stato ricondotto verso uno schema più classico. L’elemento più caratteristico dei giardini di Villa Aurelia è rappresentato dalle chiome degli alberi sagomate a riprodurre enormi cupole.

Il viale carrabile di accesso è bordato ai due lati dalle piante con fiori bianchi e blu impiegate frequentemente nelle bordure mediterranee. Hanno un periodo di fioritura lungo, che inizia a settembre e continua fino a tutto il mese di luglio, che coincide perfettamente con il calendario delle attività annuali della villa.

L’intero giardino è costellato da fontane. La Fontana della Ninfea, che si trova al centro del giardino formale dove si intersecano due viali perpendicolari, si colora con i fiori di ninfea rosa durante l’estate. La Fontana della Pigna, all’ingresso di una galleria realizzata con piante di alloro, è al centro del giardino principale.

La Fontana dell’Ape, realizzata dallo scultore Simon Verity, è situata alla fine di un lungo vialetto fiancheggiato da due alte siepi di lauro. L’ape è ritratta mentre è intenta a raccogliere cibo da due cornucopie che creano un arco; allo stesso tempo lascia gocciolare il suo miele nella vasca sottostante. La fontana è avvolta come in un drappeggio dai sarmenti di una grande rosa rampicante, che a maggio si ricoprono di centinaia di piccoli fiori.

Il Giardino Segreto—progettato da Laurie Olin e Millicent Mercer Johnsen, consiglieri di amministrazione dell’Accademia, insieme a Alessandra Vinciguerra, responsabile dei giardini—si apre al di là di siepi di alloro: un nascondiglio appartato e accogliente dal quale godere gli scorci dei tetti di Roma che balenano attraverso il pergolato.

Il giardino è circondato su due lati da un parapetto sul quale rose rampicanti, clematidi e rincospermi crescono dietro a una bordura di agapanthus prevalentemente bianchi, ravvivati di fiori blu della plumbago e delle salvie e dalla bianca rosa Iceberg.

Sul terzo lato, la Fontana Millicent riempie l’atmosfera con il rilassante mormorio dell’acqua. La fontana è realizzata con tufo rosso grezzo, mentre le bocche per l’acqua sono state create utilizzando frammenti di antica ceramica romana: colli di anfore, manici di brocche e mattoni, tutti rinvenuti nel sito durante i lavori di costruzione. Il reimpiego di reperti da parte dei giardinieri è un tratto tipico dei giardini romani. L’iscrizione dedicatoria a Millicent Mercer Johnsen, è stata incisa da Simon Verity sul bordo in peperino della fontana.

Alle spalle della fontana una quinta di fiori e piante sempreverdi crea colore e atmosfera. Rose e Salvie fioriscono ad ondate mentre felci, agnocasti, asparagine e bambù danno risalto al tema dell’acqua e all’umidità del luogo, accompagnando la vista della Villa Aurelia e accrescendo il senso di intimità di questo angolo di giardino.

Il cortile di fronte alla facciata principale è arredato con un parterre a scacchi nel quale si alternano riquadri di erba e di ghiaia e dove fa mostra di sé nei mesi caldi una superba collezione di alberi di limone e di vasi di terracotta dell’Impruneta. Durante il periodo invernale piante in vaso di agrifoglio variegato, specie sempreverde bene adattata al freddo, prendono il posto dei limoni. Quest’assetto, disegnato dalla consigliera di amministrazione dell’Accademia Mercedes T. Bass, sottolinea e valorizza lo splendore della facciata della Villa grazie al suo sottile gioco di colori: il bianco e i riflessi dorati della ghiaia, il verde tenero degli alberi di limone e dell’erba, il giallo dei limoni che pendono in mezzo all’abbondante fogliame verde.

Nel versante meridionale della Villa, il pendio terrazzato e il giardino rocioso, limitati dalla siepe elevata costituita dai lecci, sono piantati esemplari di cisto, di lavanda e di Ceanothus. Qui si erge vigoroso il più vecchio esemplare di pino domestico del giardino, che è anche il più vecchio della città.

All’estremità del lato sud, la torre a gradoni, incoronata dalla rampicante tropicale dai fiori gialli Caesalpina sepiaria, regala una vista mozzafiato della città di Roma.