Il Vincent Scully Prize 2021 del National Building Museum è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti assegnati a Mabel O. Wilson, che nel corso della sua illustre carriera ha esaminato il modo in cui razza e nerità si intersecano con l’ambiente costruito. Di recente ha studiato queste problematiche nello spazio reale, curando la mostra Reconstructions: Architecture and Blackness in America tenutasi l’anno scorso al Museum of Modern Art. Wilson ha inoltre fatto parte del team di architetti che ha progettato il Memorial to Enslaved Laborers, completato presso l’Università della Virginia nel 2020. La sua dedizione alla parola stampata è stata altrettanto fruttuosa: è stata co-curatrice di Race and Modern Architecture: A Critical History from the Enlightenment to the Present (2020) e sta lavorando a un altro libro, Building Race and Nation: Slavery and Dispossession Influence on American Civic Architecture.

Wilson è Nancy and George Rupp Professor of Architecture, Planning and Preservation presso la Columbia University, dove è anche professoressa del Dipartimento di studi afroamericani e della diaspora africana e direttrice dell’Institute for Research in African-American Studies. Attraverso il suo studio collaborativo Studio&, Wilson analizza il modo in cui la razza si manifesta nell’ambiente costruito e il modo in cui la nerità crea spazi di immaginazione, rifiuto e desiderio. La portata di Studio& è transdisciplinare e spazia tra opere scritte, performance, progetti architettonici e curatoriali, ricerca critica e installazioni.

Nel maggio 2021 Wilson è stata relatrice alla conferenza dell’Accademia The City: Traces of Urban Memories.

La fotografia di Mabel O. Wilson è stata scattata da Dario Calmese.