In occasione della seconda edizione del Black History Month all’American Academy in Rome, l’Accademia presenta There’s Always More, un programma pubblico di proiezioni, conversazioni, conferenze e performance, organizzato dalla curatrice dell’AAR Johanne Affricot.
L’abbondanza assume varie forme, ciascuna delle quali offre letture diverse. Per alcuni può rappresentare o simboleggiare la ricerca della ricchezza, sia essa materiale, intellettuale o spirituale. Altri possono percepirla come una minaccia alla propria vita o al proprio status, reale o immaginaria. Per altri ancora, può servire da catalizzatore per abbracciare la speranza e nuove possibilità. Tuttavia, un filo comune invita a riflettere sulla complessa relazione tra il corpo Nero e la storia. Che aspetto ha l’abbondanza oggi messa in relazione alla storia? Quali sono le implicazioni nell’applicare questa nozione alla storia Nera? Come definiamo e misuriamo l’abbondanza in relazione a identità e geografie multidimensionali?
Riprendendo la conversazione sull’eredità africana europea, tenutasi nel 2024 tra la storica e docente Olivette Otele e la regista Daphne Di Cinto, There’s Always More inaugurerà il 13 febbraio con la proiezione del film e una conversazione su Il Rinsascimento Nascosto: Presenze Africane nell’Arte. Scritto da Francesca Priori e diretto da Cristian Di Mattia, il documentario Sky Original svlea la presenza africana nella società europea attraverso i dipinti di famosi artisti del Rinascimento e documenti d’archivio analizzati da un gruppo internazionale di storici dell’arte, studiosi e artisti. Il film mette in luce le identità e i ruoli delle figure africane in Italia, esaminando anche l’evoluzione dei concetti razziali dal XV al XVIII secolo.
Il programma prosegue il 19 febbraio, con la presentazione in video di The Ritual of Breath is The Rite to Resist, un’opera da camera creata dai borsisti del Premio Roma 2017 dell’AAR, Jonathan Berger ed Enrico Riley, insieme alla librettista Vievee Francis. L’opera risponde all’omicidio di Eric Garner e alla continua perdita di vite Nere per mano delle autorità. Esplora l’impatto globale dell’ingiustizia razziale e celebra la resistenza, la guarigione, la gioia e la vita dei Neri. Dopo la proiezione, gli autori saranno in conversazione con studiosi e artisti italiani. Il giorno a seguire, il 20 febbraio, il pubblico è invitato a partecipare a un’attivazione e a un rituale, entrambi guidati da xxx. La proiezione di “Her Fight, His Name: The Story of Gwen Carr and Eric Garner” (2024) avrà luogo durante questa giornata. Il documentario racconta la storia di Gwen Carr, madre di Eric Garner, la cui morte nel 2014 per mano della polizia di New York diede vita al movimento Black Lives Matter. L’evento promuoverà uno scambio tra gli Stati Uniti e l’Italia sul confronto con l’ingiustizia sistemica, seguito da un’attivazione rituale.
Il Dr. Raul Moaquech Ferrera-Balanquet il chiude il programma del Black History Month di quest’anno con due appuntamenti: una lecture su Decolonizing Curatorial Practices at Howard University Gallery of Art, che si terrà il 18 marzo, e la performance Mariposa Ancestral Memory, il 20 marzo. La lecture, incentrata su ‘Africana Kairibe Malungaje: Futurist Reversed Memories’, progetto di ricerca curatoriale e di sviluppo espositivo, rivendica l’East come spazio sacro per i popoli indigeni e afrocaraibici. Esplora come approcciare il ‘cubo bianco’ da una prospettiva decolonizzata ed esamina le connessioni tra le collezioni dell’Africa occidentale e le pratiche artistiche contemporanee nei territori della diaspora nelle Americhe, nei Grandi Caraibi e in Europa.
L’atto conclusivo del programma presenta la prima italiana di Mariposa Ancestral Memory (2023-2025), un progetto interdisciplinare che fonde un’installazione multimediale con una performance cerimoniale. L’opera indaga la scrittura afrocaraibica, la tratta transatlantica degli schiavi, l’esodo di Mariel, la migrazione latina negli Stati Uniti e la spiritualità afrocaraibica, processi storici intrecciati con l’esperienza dell’artista quale soggetto transnazionale di origine cubana. Il lavoro affronta anche il tema della migrazione senza documenti, collegando la tratta degli schiavi Neri dell’Atlantico, il Movimento per i Diritti Civili degli anni Sessanta del secolo scorso, i cosmogrammi Kongo nel Palo Kongo cubano e i loro legami con le culture haitiane Vévé e dell’Africa occidentale.